Secondo uno studio finanziato dalla NASA siamo vicini ad un crollo di civiltà

Pubblicato il da alterego

Secondo uno studio finanziato dalla NASA siamo vicini ad un crollo di civiltà

La crescita non tornerà nonostante tutto quello che ci spiegano i nostri stupidi leaders politici per il semplice motivo che se in futuro si realizzasse una forte crescita economica globale, il prezzo delle materie prime si impennerebbe e di parecchio, e questo neutralizzerebbe immediatamente qualsiasi ripresa economica. E’ un meccanismo che tutti noi abbiamo dimenticato o rimosso ma, dal 2005 al 2007, abbiamo già sperimentato l'effetto della scarsità delle risorse in materie prime. Mentre l' economia va male in tutto il mondo, ora il prezzo del petrolio è 10 volte superiore a quello che vigeva durante la prima Guerra del Golfo.

Quindi, vediamo di svegliarci e di essere coscienti che qualsiasi cosa ci raccontino, non ci potrà più essere il ritorno di una crescita economica forte e durevole. Siamo già nell'era della scarsità che precede il crollo definitivo a livello globale.

La crisi globale è iniziata nell'estate del 2007 e siamo in attesa della crescita da 7 anni anche se questa ci viene promessa ripetutamente ogni anno durante gli auguri presidenziali di capodanno.

7 anni di attesa senza mai vedere nulla se non più miseria, più povertà , più degrado nel nostro stile di vita , più tasse, più promesse... Questo andamento non riguarda solo il nostro paese. E’ globale, purtroppo.

Così, dopo 7 anni di inutile attesa, la domanda giusta non sarà piuttosto quella chiederci se il crollo non sia già iniziato?

E se il crollo non fosse " brutale" come indicato in questo studio parzialmente finanziato dalla NASA / GSFC del 18 Marzo 2014, ma invece lento come quello che stiamo sperimentando ?

Allego il link per accedere all'originale del documento completo in inglese di 27 pagine per coloro che avessero voglia di leggerlo.

http://www.atmos.umd.edu/~ekalnay/pubs/2014-03-18-handy1-paper-draft-safa-motesharrei-rivas-kalnay.pdf


In questo studio i ricercatori hanno usato un modello matematico chiamato Handy (Human and Nature Dynamical) e elencato i motivi che hanno portato alla caduta di altre civiltà : i Maya , l'impero della Mesopotamia, l'impero romano , la dinastia Han, ecc . Studiando le dinamiche tra uomo e natura, lo studio dimostra che vi è un ciclo ricorrente nel corso della storia che provoca un " crollo improvviso " di civiltà .

Tra le cause ricorrenti del crollo includono:
- Clima ;
- Demografia ;
- Acqua, Agricoltura;
- Energia .

Quando la convergenza di questi fattori si verifica, porta ad un collasso delle civiltà. Ed è inutile precisare che in questo momento storico questi fattori sono tutti presenti.

Per gli autori sarebbe sbagliato credere che i progressi tecnologici possano risolvere questi problemi prima che sia troppo tardi, perché questi portano a consumi ancora più elevati. L’unica soluzione proposta da questo studio: la definizione di politiche adeguate che abbiano l’obiettivo di ridurre le disuguaglianze e il consumo delle risorse.

In definitiva, questo studio auspica la messa in pratica di politiche sistematiche di " decrescita " per salvare l'umanità .

Già nel 1972 Dennis Meadows, uno degli autori dello studio visionario sui " limiti della crescita ", ha avvertito del rischio di un crollo nella prima metà del 21 ° secolo causato dall’esaurimento delle risorse del pianeta. Sono quindi già 40 anni che alcuni autori hanno lanciato l' allarme circa l'insostenibilità del nostro modello economico basato sulla seguente idea : " crescita infinita dei consumi di massa in un mondo finito . "

Ora non c'è bisogno di un modello matematico per capire ciò che il senso comune di un bambino può capire facilmente. Crescita infinita in un mondo finito è un'aberrazione intellettuale in sé. Ora il nostro sistema economico attuale è basato su un presupposto assurdo. Per superarlo , occorrerebbe accedere ad altri pianeti ed essere in grado ovviamente, di sfruttarli in modo massiccio. Anche questo è illusorio in quanto il prezzo e le tecnologie per arrivarci ci mancano .

Dennis Meadows era direttore del MIT e il suo studio del 1972 descrisse diversi scenari di possibile evoluzione dell'economia, della popolazione e delle risorse globali, ogni scenario corrisponde a scelte diverse che l'umanità potrebbe fare a partire dal 1972.

Lo scenario " continuare come prima " , che corrisponde grosso modo a quello che è successo da quella data in poi, prevedeva che il raggiungimento dei limiti del pianeta avrebbero cominciato ad esercitare un forte impatto sulla crescita nelle vicinanze del 2010. Quest’impatto sarebbe poi cresciuto per portare al più tardi entro il 2050 al collasso, vale a dire una diminuzione del tenore di vita e ad una situazione di esaurimento delle risorse e dell'ambiente naturale .

Questo ci porta a chiederci se davvero il sistema che conosciamo, basato sul consumo e sulla produzione può mantenersi per sempre riposando sulla piena abbondanza di materie prime e di energia ognuno delle quali dovrebbe essere a disposizione ad un costo molto basso.

Senza contare che la nostra società complessa comporta tutta una serie di fragilità e dipendenze.

Per esempio, fino a 20 anni fa, era possibile a chiunque riparare il faro della sua auto ed era sufficiente un semplice cambiamento della lampadina per riuscirci. Oggi , tale problema richiede di recarsi alla concessionaria che utilizzerà strumenti speciali per smontare metà del paraurti e comprare una lampadina speciale con un prezzo 10 volte superiore .

Allo stesso modo, la proliferazione di apparecchiature elettroniche per le nostre auto moltiplica le possibilità di guasti, e questi guasti sono ormai impossibili da riparare per quasi tutti gli automobilisti medi.

Sempre meno autonomi, finiamo col dipendere dai" servizi di supporto " ( fornitura di acqua , energia, cibo , abbigliamento...). Inoltre, più questi servizi si diffondono più generalizzano l’ interdipendenza.

Questi meccanismi di crollo sono irreversibili o possiamo avere qualche speranza?

Il miglior esempio storico sta nella storia dell'umanità, quest'ultima è scandita da grandi shock e da riprese spesso sorprendenti .

Contrariamente alla credenza popolare, la caduta dell'Impero Romano non ha significato la fine della civiltà e della tecnica, anche se ovviamente ha rappresentato una "regressione" . Tuttavia, le successive civiltà sono sempre riuscite a superare la soglia tecnologica ed economica di coloro che le hanno precedute. Almeno questo è il caso nella storia dell’Occidente .

Il problema è quello di chiederci cosa potrebbe sostituire la società globalizzata, in un momento in cui non esiste nessun altro modello per sostituirla.

Un collasso del sistema in cui ognuno è interdipendente si farà logicamente a livello globale e non vi è alcun altra alternativa .

Dove potrebbe portare il crollo del nostro modello sociale ?

Dovremmo temere un nuovo Medioevo ?

Al di là dell'aspetto globalizzato del nostro sistema, oggi occorre considerare una debolezza aggiuntiva: il nostro incredibile potenziale di distruzione tecnologica.

Quando l'impero romano è crollato, non vi era alcun laboratorio che possedeva micidiali virus mortali, ne centrali nucleari, ne tanto meno arsenali nucleari in grado di pietrificare centinaia di volte l'intero pianeta .

Allora il crollo è inevitabile ?

La risposta non piacerà perché una cattiva notizia non piace mai, ma il collasso della civiltà così come la conosciamo è solo una questione di tempo. Anche se questi argomenti, poiché sono particolarmente ansiogeni, non sono diffusi nei media, tutti coloro che pensano seriamente con la propria testa giungono alla medesima conclusione.

Tratto da un articolo di Charles SANNAT in francese

Fonte dell'articolo completo http://www.lecontrarien.com/

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